Sinossi
Nel 1938, Adolf Hitler improvvisamente abbandona Berlino per un piccolo paese della Baviera: Freising. Cosa nasconde questo suo viaggio? E cosa nasconde la sparizione della sua guardarobiera Elke Hanfstaengl? Ma soprattutto perché Reinhard Heydrich, stretto collaboratore di Himmler, si interessa tanto a questa sua partenza? Della sparizione della guardarobiera viene incaricato il comandante della locale stazione di Polizia, il colonello Hartmann, famoso per aver risolto il caso della cantante Marlene Raabe, archiviato in un primo tempo come suicidio. Lo coadiuva un giovane poliziotto di nome Heiden, voce narrante della storia.
Adelaide Byrne dopo aver letto il romanzo della Green, Una strana scomparsa del 1880, ha concepito il romanzo poliziesco che veniamo a presentarvi, che, in un certo senso, possiamo considerare un remake, anche se i protagonisti e le vicende narrate non hanno nulla a che vedere con quelli di Una Strana Scomparsa.
Questa è una storia di fantasia in cui si mescolano fatti realmente accaduti con fatti immaginari. Tutti i personaggi, esclusi quelli storici, sono frutto dell’immaginazione dell’autrice. Ciò non toglie che quanto immaginato possa essere in parte successo.
Incipit
Il 1938 era
iniziato sotto buoni auspici. In febbraio,
Adolf Hitler aveva assunto il comando supremo delle forze armate tedesche. Il 12 marzo, le truppe tedesche erano entrate in Austria e il 13 era
avvenuta l'annessione alla Germania,
permessa da Arthur Seyss-Inquart, Cancelliere della Prima Repubblica Austriaca solo per un giorno.
In maggio, Hitler aveva annunciato che voleva
incorporare anche i territori
cecoslovacchi abitati da tedeschi,
i Sudeti. Subito dopo si era recato
in Italia ad incontrare Mussolini. Unica nota stonata, durante la visita a Roma, Papa Pio XI si era
ritirato a Castel Gandolfo ordinando
di chiudere i musei vaticani per
tutto il periodo della visita. Un
vero e proprio affronto al Führer.
Pensando a queste ed altre cose, dopo aver attraversato Prinz-Albrecht-Straße col passo di un uomo cui piace passeggiare, Franz Mohr osservò un'ultima volta il
cielo plumbeo che incombeva su Berlino,
quindi penetrò nel palazzo Prinz-Albrecht,
sede della Geheime Staatspolizei
(Gestapo), ne salì la scala illuminata e si fermò davanti alla gran porta
nera del suo ufficio. Stava
introducendo la chiave nella serratura quando la porta opposta alla sua,
dall'altra parte del corridoio, si aprì. Egli si voltò e sorrise alla ragazza che apparve sulla soglia.
— Buongiorno,
Margarete — salutò allegramente.
Lei fece un piccolo cenno con la testa.
— Buongiorno, signor
Mohr.
La sua voce era bella, particolarmente dolce e carezzevole.
Fin dall'inizio, era stata proprio la voce ad attirare l'interesse di Mohr verso la giovane segretaria di Heydrich. Anche questa volta, per quanto
inconsapevolmente, egli ne subì il fascino sottile, ma più che a quella musica,
egli si sentiva particolarmente sensibile allo sguardo profondo di quegli
immensi occhi grigi e alla purissima bellezza di quel viso.
— Avete trascorso un
buon fine settimana, signor Mohr?
— Noioso — rispose
egli calmo. — E voi?
La ragazza era
visibilmente stupita. Possibile che un uomo
del fascino di Mohr potesse
annoiarsi?
— Non vi credo. Chissà
quale sarà stata la vostra vittima di turno. Siete sempre pieno di belle donne.
— E’ vero, ma a me
interessa una sola ed è proprio colei che si rifiuta sempre di uscire con me.
Mentre la ragazza
stava per replicare si udì un passo fermo su per le scale. Chinandosi sulla
ringhiera, Franz scorse la tesa del
cappello di Heydrich.
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