martedì 11 giugno 2013

Aquila Bianca - Il Capo Apache

Aquila Bianca - Il Capo Apache





Descrizione prodotto

Sinossi

In questo romanzo Buffalo Bill va in aiuto del suo amico Aquila Bianca, Capo degli Apaches, minacciato dal Capo Comanche, Freccia d’Oro. Piacevole romanzo d’evasione, scorrevole, che, senza essere un capolavoro, è degno, però, del miglior romanzo d’appendice.

Dettagli prodotto

  • Formato: Formato Kindle
  • Dimensioni file: 938 KB
  • Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
  • Lingua: Italiano
  • ASIN: B00DC3O328

Incipit

Erano discesi alla stazione di Pecos, si erano forniti di buoni cavalli, e caricate le provviste di viveri e di munizioni su quelli da traino avevano inforcato i loro mustang e si erano messi in cammino.
La cavalcata era composta da Buffalo Bill, da Gharley Plumket, dal capitano Sivash che aveva voluto prendere parte ad ogni costo alla spedizione, e dai fratelli Tom, Tim e Tit Podmores.
Il resto delia comitiva era rimasta a Galveston al comando provvisorio di Walter Schmelling che aveva il suo buon da fare poter mettere insieme il materiale occorrente alla prossima spedizione di Bill in Europa.
D'altronde il colonnello non lo avrebbe lasciato a lungo solo. Aveva promesso che in un mese tutto al più sarebbe tornato con la scorta di pellirossa che si era proposto di aggregare alla sua troupe.
I sei uomini calvalcavano in formazione. In testa Bill e capitan Sivash; dietro a loro Charley e Tom, in ultimo Tim e Tit. Fra le due file erano serrati i tre cavalli che portavano le tende e le provvigioni.
II giorno era caldo, ma le rive del Rio Pecos fiancheggiate da vegetazionte rigogliosa che essi seguivano erano deliziosamente ombreggiate.
Per quanto tempo potremo cavalcare al fresco, colonnello?
Tutto al più fino a domani, perchè raggiunto il Rio Escondido dovremo costeggiare il suo corso per addentrarci nella prateria dove se devo dirvi il mio parere mi sentirò più tranquillo.
Perchè dite così?
Perchè fra queste boscaglie vi è sempre da attendersi qualche sorpresa, mentre nella pianura che si può dominare con la vista per buon tratto non c'è da temerne alcuna.
Per Satanasso! State tranquillo che tendo bene l'orecchio e che vedo ben lontano con i miei occhi. Tit mi raccomando di guardarti ogni tanto alle spalle.
Non temete Black che fra me e Tim facciamo buona guardia.
E dove credete incontrare il vostro vecchio amico, colonnello? — tornò poco dopo a domandare il capitano.
È difficile che possa dirvelo, con precisione. Gli Apaches sono nomadi e per quanto non si allontanino da un certo territorio altro che quando non siano stati vinti da qualche altra tribù usurpatrice, pur tuttavia spostano i loro accampamenti a distanze notevoli. Considerato però che Aquila bianca il capo che io cerco, è un pellirossa molto intelligente e assai propenso ad assorbire la civiltà nostra rittengo non si sia allontanato troppo dai Monti degli Apaches. Quando lo vidi l'ultima volta mi disse che aveva intenzione di far coltivare grandi appezzamenti di terra nei pressi del suo accampamento. Spero che lo abbia fatto. In tal caso saprei dove trovarlo.
Camminarono tutta la giornata senza fare alcun incontro degno di interesse. Videro alcune piroghe risalire il fiume. Ma eran condotte da anziani e cariche di ceste di giumcastri che li rivelavano mercanti, o pescatori che dovevano essere stati a vendere a Filklyn dove vi era un mercato e che probabilmente avevano le loro capanne sul fiume. Ma giunti verso sera nei pressi di Passo di Capwater notarono che la vegetazione sia dell'una che dell'altra riva era per un buon tratto devastata, e che il terreno era coperto di una quantità di tracce di cavalli e di indiani, riconoscibile per le impronte dei loro caratteristici sandali di scorza d'albero.
Charley che aveva arrestato il suo cavallo per rendersi conto della cosa disse:
Di qui deve essere passata urna tribù numerosa. Che ne dite colonnello?
Non c'è da dubitante. Saranno probabilmente dei Comanches di Flat Rock che avranno passato il fiume per unirsi a quelli della prateria.
Questa concentrazione potrebbe essere sospetta.
Vi sbagliate Charley — osservò Black Sivash. — Voi sapete che il guado di un fiume è un punto strategico per i pellirosse, e che vi tendono agguati. E loro intersese che la vegetazione sia folta nel posto. Per aver spogliato gli alberi, sprezzate le liane bisognava che fossero stati ubriachi di acquavite, o in gran festa.
Trovo giusta la vostra osservaziome — disse Billma il fatto importante si è che non arriviamo troppo a proposito. Quondo i pellirosse si riuniscono, si accorgono di essere forti e diventano impertinenti e aggressivi. Per buona sorte vi è il forte Stokton che è fornito di una guarnigione rispettabilissima. In caso ripiegheremo su quello e se vi è ancora il generale Riders ci staremo come in casa nostra.
Proseguirono verso Rio Escondido, ma percorsi altri cinque chilometri circa Bill propose di fermarsi per montare le tende e preparare la cena. La proposta fu accolta molto volentieri perchè mancavano poche ore al tramonto e la stanchezza della lunga cavalcata si faceva sentire.
Le tende furono pronte in poco tempo e per la cena non fu necessario accendere il fuoco. Avevano ancora della carne arrostita e dei salumi portati da Pecos. Chiusero la succulenta cena con un buon bicchiere di vecchio rhum di canna, e dopo accesero i sigari.
Colonnello — disse Tomcredete che potremo fidarci a dormire a fuochi spenti? Non ci sarà da avere la visita di qualche giaguaro?
Sono rarissimi ormai da queste parti, ma non sarà male stare in guardia. Più che i giaguari temo i pellirosse che sarebbero ben felici di poterci derubare delle molte cose che abbiamo. Se i Comanches sono in movimento emigratorio, non è difficile che ve ne siano ancora parecchi che debbono passare il fiume.... Monteremo la guardia ad uno per volta. Io non mi coricherò prima di mezzanotte, vi lascio lìberi da quell'ora in poi di distribuirvi il turno come meglio credete.
Fissarono che fino alle una e mezza avrebbe montato la guardia Sivasch, seguito poi da Charley fino alle tre, lasciando poi ai fratelli Podmores di dividersi il rimanente del tempo come meglio credevano, tanto più che avevamo una tenda per conto loro. La notte passò tranquilla.
Erano circa le quattro del mattino, quando Tit destò suo fratello Tom.
Che c'è?
Su tocca il tuo turno di guardia.
Ma è giorno ormai. — Disse il giovane stropicciamdosi gli occhi e alzandosi dalla pelle di capra che gli serviva di letto.
Dov'è Tim? — chiese sorpreso vedendo vuota il giaciglio di suo fratello.
È uscito poco fa, mi ha detto che andava verso il fiume.
Ha preso le armi?
.
Ma è una pazzia allontanarsi solo in questa regione per noi sconosciuta. Aspetta un po' a coricarti che lo raggiungo e lo mando qui immediatamente.
Tom che aveva allacciato il cinturone alla vita rimettendovi le rivoltelle e il pugnale, si passò a tracolla il lasso, la sua arma preferita, prese il Winchester e si avviò per uscire dalla tenda. Tit lo seguì.
Che fai?
Vengo anche io con te, non ho più sonno ormai.
Uscirono. La mattinata era meravigliosa e fresca. Intorno una tranquillità assoluta. Fra gli alberi qualche discreto cinguettare di uccelli, e il chioccolare di qualche coppia di pappagallini. Sul terreno molle per la vicinanza del fiume non tardarono molto a rintracciare le orme di Tim stampate profondamente. Si era allontanato seguendo la corrente e tenendosi a pochi passi dalla riva.
Che è saltato in testa a quel matto?
Vieni Tit speriamo che non ci faccia camminar troppo.


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