Un giorno alla agenzia investigativa di Logan &
Macrea - Detectives privati si presenta una bella ragazza dicendo di
essere la segretaria di un ricco milionario, Jonathan Blundell, e
racconta una strana storia di un vecchio socio sparito e creduto
morto e di sopiti rancori. Ella teme per la vita del suo principale
e invita i due detective a recarsi al castello del signor Blundell
per proteggerlo e per scoprire chi minaccia la sua vita. Da quel momento per Mike
Logan e Dinah Macrea si apre un intricato ed insospettabile scenario
di delitti che sembrano irrisolvibili, finchè .....
Un giallo complesso e pieno di colpi di scena.
Estratto da Il Castello del Male
Lunedì, 1 ottobre.
Una ragazza sui ventidue anni attraversò il corridoio. Era
snella e sottile, le sue gambe avrebbero potuto essere definite «sogno di un
artista». Si fermò davanti alla porta di un ufficio. La targa diceva: Logan
& Macrea - Detectives privati.
La ragazza aprì la porta. Un giovanotto sui ventott'anni
stava costruendo sulla scrivania un castello con delle carte da gioco.
— ...giorno, socia
— disse senza smettere quel lavoro delicato. — Niente posta, niente telefonate, niente di niente. Da cinque giorni
viviamo abbandonati sulla zattera. Deve essere stagione morta per i delitti.
La ragazza con un soffio fece crollare il castello. Mike
si mise con calma a radunare le carte.
— Il destino è una
cosa curiosa — osservò il giovanotto dopo un poco. — Non ti riesce mai di sapere che cosa ti aspetta voltato l'angolo.
Durante i primi mesi, appena messo su questo ufficio, si sarebbe detto che
sulla porta c'era scritto: Attenzione: vaiolo! Quando finalmente si è vista la faccia
di un cliente, ho avuto l'impressione d'essere in porto!
— E lo eravamo —
rispose la ragazza. — Da allora, non
negatelo, abbiamo sempre avuto tutti i clienti che potevamo servire. Perchè non
vi prendete qualche giorno di vacanza, visto che adesso c'è poco da fare? Per
esempio, in qualche parte credo che si possano pescare delle bellissime
trote...
— Pescare? Trote?
Buona idea. Conosco un certo laghetto, io. In una giornata come questa la
superficie sarebbe liscia liscia... Una bottiglia di whisky e una canna...
— ...e una bionda.
Sarebbe la felicità perfetta, Mike.
— No, niente bionde, i
miei gusti sono mutati... Forse, quand'ero giovane...
In quel momento la porta si aprì ed entrò una bionda. Mike
rilevò che da lei spirava una fresca aria di buona salute campagnola.
— Signor Logan?
Era un poco più alta della media e ben proporzionata.
— Prego, sedete —
rispose Mike. — Che cosa posso
fare per voi?
I fermi occhi bruni della visitatrice si fissarono per un
attimo su Dinah.
— La signorina Macrea
è la mia socia — spiegò Mike.
— Ah, bene. Mi chiamo
Maria Leigh. Sono la segretaria privata del signor Jonathan Blundell, che abita
a Sherrington, Leatherhead.
La ragazza aveva un che di conciso in sè che attrasse subito
le simpatie di Mike.
— Da qualche tempo sono
un po' preoccupata — continuò. — Sono
accadute delle cose strane. Forse però è bene che prima vi parli del signor
Blundell. E' un uomo ricco, molto ricco. Ha girato mezzo mondo e ha messo mano
a un sacco di affari. Ha passato alcuni anni nello Yokun e ha fatto quattrini.
E' tornato in Inghilterra, si è sposato, e durante quel periodo ha fatto
parecchi viaggi all'estero. Si è occupato della pesca delle perle, e ci ha
rimesso tutto. Non ha fatto altro, tutta la sua vita, che mettere insieme delle
fortune, per poi perderle.
Tacque un momento.
— Scusatemi se la
descrizione dello sfondo non è breve, ma credo che possa mettere in luce
parecchie cose...
— Andate pure avanti
— disse Logan.
— Una volta, nel
Texas, ebbe un ranch con molte mandrie. A San Francisco ebbe un bar. Un giorno
poi finì al Messico e si interessò di petrolio. Fino a quel momento, tutto
sommato, la fortuna l'aveva assistito abbastanza. Nel Messico invece lo
abbandonò. Furono anni pieni di guai, e più di una volta schivò per un pelo di
farsi ammazzare. Era convinto che il petrolio sarebbe stata la sua fortuna...
— E fu così?
— Un bel giorno si
mise in società con un certo Pat Riley. Non sapeva molto sul conto di questo
signore. Laggiù capita spesso che ci si deva formare una propria opinione sulla
gente, e basarsi su quella. Insieme presero in affitto un pezzo di terreno, che
tutti giuravano fosse sterile. Invece dopo un poco un pozzo cominciò a dare. Ne
furono tirati fuori più di un milione di barili prima che si asciugasse. Il
terreno che aveva affittato era ricchissimo di petrolio... Riley, gran
bevitore, cominciò tutta una serie di celebrazioni. Jonathan Blundell tentò di
mettere freno alla cosa, ma non gli riuscì. Riley si era lasciato scappare, nei
fumi dell'alcool, che era ricercato dalla polizia, e dichiarò che desiderava
andare al diavolo come meglio gli piaceva. Poi cominciò a sparare come se fosse
uscito di cervello, e la cosa finì male. Anche Blundell, per difendersi,
dovette mettere mano alla sua rivoltella. Riley nella sparatoria aveva ferito
due uomini, uno dei quali era un funzionario governativo. Al Messico, si
possono fare parecchie cose, ma Riley questa volta si accorse di essere andato
troppo oltre. E così scomparve...
— In quale epoca è
accaduto tutto questo?
— Sei anni fa. Il signor
Blundell rimase ai pozzi ancora un anno, il tempo necessario per mettere
insieme una grossa fortuna. Poi fece ritorno in Inghilterra, e da allora vive a
Pine Manor, Sherrington.
— Da quanto tempo
siete la sua segretaria?
— Tre anni. Blundell
può essere molto brusco, ma vi sono delle cose in lui che mi piacciono molto.
E’ vedovo con un figlio e due figlie, ormai grandi. Sarebbe stato diverso,
voglio dire che i ragazzi sarebbero stati più felici, se avessero avuto meno
soldi da spendere. Il padre non è affatto uno sciocco. Dapprima mi ha dato
qualche faccenda amministrativa da sbrigare, poi a poco a poco mi ha addossato
delle responsabilità sempre maggiori. Non che io lo abbia voluto. Ma occorre
pure qualcuno che mantenga una specie di ordine dal punto di vista economico, e
non vi è nessuno all’infuori di me che possa farlo.
— Vi piace il vostro
lavoro?
— Sì, e poi sono
pagata benissimo. Neanche mi pesano le responsabilità. Attraverso le mie mani
passano delle somme enormi. Se tento di richiamare l'attenzione del signor
Blundell sulle cifre, ride e mi domanda perchè mai immagino che lui mi dia uno
stipendio. Una volta gli ho detto che per me sarebbe un gioco da bambini
portargli via centinaia di sterline. Lui mi ha battuto sulla spalla e mi ha
risposto che potevo provarmici, ma che lui se ne sarebbe subito accorto dalla
mia faccia. Credo che abbia ragione... E’ difficile per me nascondere ciò che
provo...
Logan aveva già dimenticato le trote e ora stava
pensando che se avesse avuto dei quattrini non gli sarebbe dispiaciuto avere
quella ragazza per segretaria. Sembrava una persona singolarmente efficiente.
No, il vecchio Blundell non era davvero uno sciocco.
— Abito anch'io a Pine
Manor — continuò la ragazza. — Sono
gente, quasi tutti, come dire?, un poco stramba. Il lavoro non mi manca. Aiuto
Blundell a tenere la corrispondenza d'affari. Sta anche scrivendo la sua
autobiografia. Anzi, il libro da un po' di tempo è la sua principale
occupazione. I suoi rapporti con i figlioli a volte fanno pena. Quando sono rimasti
orfani di madre, quelli erano molto piccoli. Lui, in quel periodo, soprattutto
quand'era nel Messico, li ha visti pochissimo. Quando è tornato in patria per
starci, lui e i ragazzi erano praticamente degli estranei. Forse aveva sperato
che i ragazzi gli avrebbero gettato le braccia al collo, felici del suo
ritorno. Non è stato così, e questa deve avere rappresentato una delle peggiori
delusioni della sua vita. Lui ha tentato dì comperarsi il loro affetto
coprendoli di quattrini, ma... Mary, la maggiore, che ora ha ventidue anni, è
il miglior pezzo della bottega, e credo sia quella più affezionata al padre. Il
ragazzo Harvey, minore di un anno, è un tipo ribelle, che si caccia sempre nei
guai. Si direbbe che non voglia affatto bene al padre, e che lo consideri
esclusivamente una fonte di reddito. Gaby poi è il «problema». Ha diciannove
anni, è bellissima, e la più sfrenata di tutti. Il signor Blundell l'adora e
lei sa cavarne tutto ciò che vuole. A Pine Manor ognuno possiede un'automobile
e fa esattamente ciò che vuole. Al castello vi è molta servitù. Sono riuscita,
dando salari favolosi, a mettere insieme un buon personale. Parsons, il
maggiordomo, è una perla vera e propria. Vede tutto, sa tutto e si comporta
come se noi fossimo una famiglia modello.
— Cosa che non è, ci
scommetto. — fece Logan.
— Già... La signora
Webster, la governante, è perfetta, da un certo punto di vista. So benissimo
che sta portando parecchie morbide piume al suo nido. E' una cosa poco onesta,
ma considerando tutto ciò che deve sopportare, non me ne stupisco. Riesce
comunque a far muovere tutto sulle rotelle. Gli ospiti arrivano a qualsiasi ora
del giorno e della notte, a volte sono sbronzi, i pasti vengono serviti a
qualunque ora. Eppure, non esiste il problema della servitù. Se nascono dei
fastidi con le cameriere, la signora Webster riesce a metterli a posto. Eh!
Gran cosa il denaro!... Ecco — concluse Marian Leigh — ora potete farvi un'idea dello sfondo di
Pine Manor. C'è, come dire, un poco di pazzia per aria, laggiù.
— E che cosa è
accaduto di speciale in questi ultimi tempi?
— Prima di arrivare
dove volete voi, è forse meglio che vi dica che vicino al castello abita una
ragazza: Rita Trenchard. Il signor Blundell ha cinquantadue anni. I figli non
gli danno molte soddisfazioni. Lui è un uomo di valore, Rita è molto più
giovane di lui. Io per conto mio l'ho sempre trovata affascinante e
intelligente. Lui ne è innamorato, e fra non molto si sposeranno.
— Sarà come mettere il
gatto fra i piccioni — osservò Logan, alzando un sopracciglio.
— Cosa intendete dire?
— O la nuova signora
Blundell troverà la vita impossibile in quella atmosfera forsennata, oppure, se
ha il cervello quadrato, tenterà di intervenire duramente. E allora vedremo i
fuochi d'artificio...
— Anch'io mi sono
chiesta parecchie volte che cosa succederà — rispose Marian
sorridendo. — Per la verità non sono
affari miei. Rita è piena di buon senso, direi. Se le riuscirà di imporre una
qualche disciplina, la cosa mi farà molto piacere, perchè ho promesso al signor
Blundell di restare al castello ancora per un anno dopo le nozze. Credo che
sarà un matrimonio riuscito. Niente di romantico, ben inteso. Rita ha
trent'anni. La madre è morta che lei era piccolina. Il padre è deceduto poco
tempo fa in un incidente automobilistico, e l'ha lasciata piuttosto male in
arnese. Dopo la morte si è scoperto che aveva perso buona parte del patrimonio
in Borsa. Rita continua a vivere nella stessa casa, ma credo che se la passi
maluccio... Questa è la pennellata finale. Ma era necessario parlarvi di Rita,
per farvi capire in che modo può influire sul signor Blundell. Ora torniamo un
momento al Messico. Quando Pat Riley cominciò a sparare, Jonathan Blundell si
vide costretto a ricorrere alla sua arma. Non gli piace parlare di questo
episodio, che gli ha lasciato un cattivo sapore in bocca.
— Avete detto che
Blundell agì per legittima difesa?
— Sì. Riley era come
fuor di senno. Blundell, che non aveva intenzione di ferirlo gravemente, mirò
al braccio. E Riley scomparve nell'oscurità...
— E poi, che ne è
successo?
— Me lo sono chiesta
anch'io tante volte. Nessuno l'ha più visto. Era stato ferito gravemente? Dov'è
andato? Ma, e questo è il punto vitale, se è ancora vivo, che cosa prova per
Blundell?
— Riley ha avuto la
parte che gli spettava nell'affare del petrolio?
— Prima che
cominciasse a sparare gli era stata consegnata una considerevole somma, ma non
il totale di quanto gli andava.
— Allora, quando
scomparve non era in secca?
— Poteva avere
l'equivalente di un migliaio di sterline. Forse anche più.
— Capisco. E voi
potete affermare che il signor Blundell è una persona ragionevolmente onesta?
— Non lavorerei per
lui se non avessi questa convinzione. E' diritto come il filo di una spada, e
giusto. Soprattutto giusto!
— Bene. Che ne è stato
dei quattrini che spettavano a Riley?
— Li ha il signor
Blundell. Ma, per carità, non pensate male... Non aveva la più pallida idea di
dove fosse Riley, nè da dove era venuto, nè se avesse parenti in qualche parte
del mondo.
— E — interruppe Logan
— dato che Riley era ricercato, non avrà
chiacchierato troppo su se stesso...
— Blundell dice che è
sempre stato molto riservato. Del resto, lui non gli chiese mai nulla. In posti
tipo Messico non è saggio mostrarsi curiosi del passato altrui. Un bel giorno
Blundell ricorse ad avvocati a San Francisco e a città di Messico, dette una
descrizione particolareggiata di Riley, promise premi a chi gli avesse fornito
indicazioni utili. Lo stesso fece a Nuova York, Londra, Dublino. Spese un sacco
di soldi per annunci, nella speranza che cadessero sotto gli occhi di Pat.
Invece sono passati anni, e di lui nessuna notizia. Blundell, ve lo garantisco,
non ha mai avuto intenzione di frodarlo, e anche ora sarebbe felicissimo di
incontrarlo. Gli consegnerebbe fino all'ultimo centesimo. Ed eccoci al punto
vitale. La prima volta che ho avuto l'impressione che qualcosa cigolasse
nell'insieme è stato tre settimane fa. Gaby aveva un cane. Jim era buono,
cordiale, devotissimo alla padrona. Un cane che non aveva mai azzannato
nessuno. Ma sono pronta a giurare che se qualcuno avesse tentato di fare del
male alla sua padrona, lui l'avrebbe afferrato alla gola. Usciva tutti i giorni
con la ragazza a fare una passeggiata. Quando lei era assente, lo portavo fuori
io. Gli volevo bene. Pine Manor ha intorno una proprietà vastissima. Si può
camminare per ore e ore, sempre restando nei possedimenti. Un giorno Jim
scomparve. Pochi giorni dopo la sua carcassa venne ritrovata al margine di un
terreno coltivo. Fu uno dei contadini a fare la scoperta. Qualcuno gli aveva
sparato.
— Vi sono fucili, a
Pine Manor? — chiese Logan.
— Sì, parecchi. Il
signor Blundell va a caccia ogni tanto, perchè vi è una infinità di conigli. E
a volte gli ospiti si divertono al tiro a segno con la rivoltella.
— In che rapporti stava
il signor Blundell con il cane?
— Oh, Blundell adora
le bestie! Per carità! Sono certa che per nulla al mondo gli avrebbe sparato!
Lo stesso si può affermare di Gaby. E' una ragazza fredda e calcolatrice, ma
credo che Jim fosse l'unico essere a cui lei voleva bene.
— E il fratello?
— No. Escluso. E anche
Mary esclusa.
— Quanto dista dalla
casa il luogo dove fu trovato il cane?
— Circa otto minuti di
strada.
— Allora, era facile
dal castello sentire il colpo, soprattutto se era una giornata calma, o se era
notte.
— No, durante il
giorno nessuno se ne sarebbe accorto... con tutti quei conigli a cui si
spara...
— Bene. E qual è la
vostra opinione?
— Preferirei che
tiraste voi prima le conclusioni, in modo da non influire sul vostro giudizio.
— Avete avvertito la
polizia della morte del cane?
— Sì, ma non hanno
scoperto nulla. Il sergente ha detto che probabilmente è stato un cacciatore di
frodo.
— E voi avete visto il
cane dopo morto?
— Sì. Ero con Gaby.
Lei dette un'occhiata a Jim, divenne pallidissima e tornò a casa senza dire una
parola. Non ho mai visto Gaby piangere.
— Dov'era ferito?
— Nella testa, fra gli
occhi.
— Una brutta ferita
frastagliata?
— No, un piccolo foro
prodotto da una pallottola di rivoltella. Così almeno mi è stato spiegato.
— Allora, mi pare che
il cacciatore di frodo sia da escludere. Che cosa ne è stato fatto del corpo di
Jim?
— E' stato sotterrato
da uno dei giardinieri nel punto dove era stato trovato... Ma c'è dell'altro.
Una sera, era il crepuscolo, circa una settimana dopo, me ne stavo tornando a
casa in macchina. Entro per il cancello principale, infilo il vialone grande, e
sono quasi a metà quando vedo un tipo che correva. Ma era troppo lontano per
poterne distinguere i tratti del volto. Scomparve nell'ombra del boschetto dietro
al lago. Rimasi come di sasso, e per un attimo mi domandai se per caso non ero
vittima di un'allucinazione. Poi mi venne in mente Jim. Non sono tipo da
lasciarmi prendere dalla paura, ma devo confessare che quella sera mi venne la
pelle d'oca. A casa trovai Blundell nello studio, e gli raccontai tutto. Mi
ascoltò e il suo volto ebbe una strana smorfia. Compresi che tanto nel suo che
nel mio cervello lampeggiava lo stesso nome: Pat Riley!
— Lo ha nominato?
— No. Ma sono convinta
che la pensasse così. Dopo un poco si alzò, andò alla finestra e rimase a
guardare fuori. «Non parlate con nessuno di questa storia, Marian»,
mi raccomandò. Trascorsero alcun giorni di calma, e io ricominciavo a respirare
sollevata. Poi una settimana fa circa, accadde di nuovo qualcosa di
sconcertante. Mary era appena tornata da Londra, da sola pilotando la macchina.
Era sera inoltrata. Ero con il signor Blundell nel soggiorno, quando lei entrò,
si versò un po' di whisky, accese una sigaretta e disse:
— Credo che
sarebbe bene prendere un'altro cane, possibilmente grosso, papà. I ladri
possono facilmente entrare da noi, e io non mi vorrei ritrovare un mattino con
la gola tagliata. Mentre venivo a casa ho visto un tale gironzolare qua
intorno...
— Sei sicura? — domandò il signor Blundell accendendo un
sigaro.
— Sì, sicurissima. Era nel prato di fianco al viale.
Avevo i fari accesi, ma c'è un po' di nebbia stasera. Veniva da questa parte.
Evidentemente, il sopraggiungere di una macchina lo sorprese, perchè restò un
attimo immobile, poi si voltò, quindi prese a sinistra. Credo che sia uscito
dai cancelli. Fermai la macchina, ma non potei vedere nulla perchè i fari non
sono mobili...Il signor Blundell disse che forse si trattava solo di un
vagabondo. Mary rispose che comunque la cosa non le piaceva punto. Il signor
Blundell le domandò come era vestito.
— Papà, per piacere, non essere sciocco — rispose Mary, —
come avrei potuto vedere? Prima che mi rendessi conto di ciò che stava
accadendo quello era già scomparso!
— Ah! Che cosa hai notato in lui? — domandò allora
Blundell. — Lo riconosceresti?
— Non credo. Però mi è parso alto e magro.
— Era giovane, di mezza età o come?
— Fra un po' mi chiederai di che colore aveva gli occhi —
scattò Mary. — L'unica cosa che mi interessa è che non mi voglio svegliare una
notte e trovare qualcuno che passeggia nella mia stanza.
— Certo, tesoro, hai ragione — rispose il padre, e uscì
dalla stanza.
Lo seguii dopo un
momento e lo incontrai sulla porta dello studio. Pensai che vi si fosse recato
per cercare una certa rivoltella che tiene in un cassetto. Scese le scale e
uscì senza pronunciare parola. Mi sentivo i nervi scossi. Ritornai nel
soggiorno e presi un libro, non osando parlare per timore che Mary si
accorgesse della mia agitazione. Il signor Blundell stette fuori circa tre
quarti d'ora. Quando tornò, raccontò che era stato fino al cancello grande, ma
che non aveva visto nessuno. Tutte le sere Parsons, il maggiordomo, assicura
porte e finestre. Quella sera Blundell passò in rassegna porte e finestre, e da
allora tutte le sere ripetè il controllo. Il mattino dopo, mentre lavoravamo al
suo libro, mi resi conto che durava fatica a concentrarsi. Decisi di prendere
il toro per le corna e gli chiesi a bruciapelo se credeva che l'uomo della sera
prima fosse Riley. Mi rispose senza esitare:
— Mary ha detto che le pareva che quel tale fosse alto e
magro. Riley è alto e magro.
— Che cosa avete intenzione di fare?
— Non c'è nulla da fare!
Gli chiesi se non credeva che fosse meglio avvertire la
polizia.
— E' proprio l'ultima cosa che posso fare — rispose. —
Riley e io eravamo compagni, quasi amici. Sono anni che mi sento sullo stomaco
il fatto di sapere che ho in mano una grossa somma di denaro che per diritto
spetta a lui. Sarei felicissimo di consegnargli il dovuto, ma finché non si fa
innanzi apertamente non ne ho la possibilità.
— Questo avvenne una
settimana fa — osservò Logan. — Nel
frattempo sono accadute altre cose?
— Sì. Ieri sera
qualcosa ha forzato la mano al signor Blundell. Gaby e Mary sono tornate a casa
poco dopo la mezzanotte e tre quarti. Mentre stavano per arrivare, videro tutte
e due l'uomo. Evidentemente non aveva sentito il rombo del motore, perchè
tirava vento forte. Era accanto a una delle finestre. Gaby posò la mano sul
claxon, e quello se la dette a gambe. Blundell era ancora alzato. Le ragazze
entrarono correndo, e Mary gridò che avrebbe subito telefonato alla polizia. Il
padre fece notare che prima che la camionetta arrivasse quello si sarebbe
trovato a miglia di distanza. Però promise che l'indomani mattina si sarebbe
subito occupato della faccenda...Dopo che le ragazze si furono ritirate, il
signor Blundell e io ci mettemmo a discutere. Pareva proprio che qualcosa lo
costringesse a fare l'unico passo che voleva evitare. Allora mi venne in mente
di proporgli di rivolgersi a un detective privato. Approvò l'idea. Avrebbe
accontentato le ragazze, senza farsi pubblicità intorno, cosa che lui detesta.
Mi ricordai allora di aver letto il vostro nome sui giornali a proposito di un
caso di cui vi eravate occupato con successo. Abbiamo cercato sulla guida il
vostro indirizzo, e ora eccomi qua. Il signor Blundell mi ha detto di dirvi che
non bada a spese, e che è disposto a darvi, oltre ai vostri onorari, anche un
buon premio, purché riusciate a scoprire chi è quel tipo....
Logan lanciò un'occhiata verso Dinah Macrea,
che aveva ascoltato attentamente prendendo degli appunti. Poi sollevò il
microfono e formò un numero.
— Salve, Izzi —
disse. — Mi è capitato un lavoro, e può
darsi che abbia bisogno di qualcuno dei vostri ragazzi. Potete metterne insieme
un paio? Devono essere in gamba... voglio dire essere tipi che non se la
pigliano se una pallottola finisce nella loro pancia, purché la paga sia buona...
— Quanti ve ne
occorrono?
— Direi una mezza
dozzina.
— E quando? Oggi i tre
migliori sono impegnati.
— Basta domani. Devo
ancora recarmi sul posto. Vi telefonerò.
— Bene.
Logan posò il microfono e fece scivolare
l'apparecchio attraverso la scrivania verso Marian Leigh.
— Telefonate al signor
Blundell, per piacere — disse — e
avvertitelo che siamo per strada diretti verso Pine Manor.
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