L'Attrice: Le Indagini Segrete di Gabriele D'Annunzio
Descrizione
prodotto
Sinossi
In un assolato pomeriggio
romano Gabriele D’Annunzio incontra la bellissima attrice Aurora
Andreani e decide che in un modo o l’altro deve averla. Il destino gli
viene incontro sotto il rapimento della stessa da parte di una comparsa
del suo ultimo film La Principessa Felice.
Con l’aiuto della sua compagna
e collaboratrice, Eleonora Danieli, si mette sulle tracce del rapitore,
ma, proprio quando sta per cogliere il trionfo, una sorpresa che
non aveva messo in conto lo sconcerta.
eBook di 120 pagine
di cui 54 dedicate al romanzo breve di Adelaide Byrne. Il prezzo dell'eBook si riferisce
esclusivamente alle citate 54 pagine. Le rimanenti pagine servono ad
illustrare opere del Self-Publish.
Estratto da L’Attrice
Passeggiando per Roma, in quel pomeriggio assolato Gabriele
D’Annunzio pensava che, a mano a mano che passavano le settimane, si
sentiva sempre più attratto verso Eleonora. Lungi dall'essere scaltra,
rapace, estremamente emancipata, come egli aveva creduto al principio, ella con
lui si dimostrava tenera e sottomessa.
Innamorata di lui, non ne aveva la certezza ma lo sopettava
fortemente, gli faceva capire come la stessa donna, nei rapporti con due
differenti uomini, potesse incarnare in sé due persone totalmente diverse
l'una dall'altra.
Se con il suo ultimo amante, il Signor Rossignoli,
si era dimostrata spietata, crudele, insensibile, con lui, rinunciando alla sua
dura femminilità, rivelava la debolezza di chi ama più di quanto non sia amato.
Tutte le volte che Gabriele D’Annunzio trascorreva
una giornata con lei, Eleonora faceva del suo meglio per rallegrarlo e
vi riusciva. Non solo era colta, fine ed educata, ma in fatto d'amore possedeva
una sensualità innata, una impudicizia prodigiosa, un'inventiva sorprendente.
Era nata per amare.
Con stupore D’Annunzio si rendeva conto che quella eccitante
ragazza piena di sentimento aveva tutte le qualità per diventare una moglie
eccellente, ma il matrimonio non rientrava nei suoi progetti. Ne avrebbe
potuto sposarla, in quanto, formalmente, Eleonora era già sposata.
Passando davanti al suo negozio di fiori preferito,
rammentò improvvisamente che da tre giorni non vedeva più Eleonora e che
non le mandava fiori. Imperdonabile!
Stava per entrare nel negozio quando la sua
attenzione fu attirata da una giovane che avanzava verso di lui. Gli
snelli fianchi, stretti in una lunga gonna azzurra, accompagnavano
graziosamente il ritmico dondolio dei seni, prova che la donna non
indossava il busto.
Già da lontano, Gabriele l'aveva giudicata bella e
quell'impressione si andava rafforzando a mano a mano che la distanza fra loro
diminuiva. Nel passargli accanto, la giovane ricambiò il suo sguardo con
una fredda e lunga occhiata scrutatrice, poi rispose all'ossequioso saluto che
la fioraia le aveva rivolto.
— Chi è? — domandò
D’Annunzio appena si fu allontanata.
— Adriana Andreani,
una attrice cinematografica.
— Peccato che una
creatura cosi avvenente debba essere anche tanto gelida e altera.
La fioraia sorrise.
— Non si lasci trarre
in inganno, principe — disse. — Non è
ne gelida ne altera.
Uscito nella via, provò la sensazione strana, inusitata e
lievemente sgradevole di non aver nulla da fare, nessun posto ove andare, nessuna
persona con cui discorrere. Per ammazzare il tempo, imboccò Via
Veneto, fermandosi davanti a tutti i negozi. D’Annunzio non
poteva fare a meno di pensare a Adriana Andreani.
Oziosamente, egli passeggiò a lungo nelle strette strade
di Roma, osservando il mondo che girava attorno a lui. Ogni tanto si
ritrovava in qualche piazza deserta, dove gli alberi mossi da una gentile
brezza lanciavano sulle panchine la loro ombra in un mutevole disegno di
macchie nere e dorate. Dietro il fogliame si intuivano, più che vedere, le
facciate neo-classiche delle belle case signorili.
Ancora una volta si ritrovò in via Veneto. A Roma,
per quanto lontano ci si spingesse, si finiva sempre per tornare in quel punto.
Poi, la sua attenzione fu attratta da una vecchia copia della Divina
Commedia esposta nella vetrina di un antiquario.
Con il proposito di comprarla D’Annunzio entrò nel negozio.
Era deserto e odorava di muffa. Per qualche minuto rimase solo, fra i vecchi
libri ingialliti e le maschere settecentesche posate su vecchi mobili di
antiquariato. Alla fine, impazientito, si volse per andarsene: possibile che
nessuno si curasse di lui?
In quel momento una fanciulla si fermò un istante a
guardare la vetrina. D’Annunzio ebbe appena il tempo di scorgerne il
viso. Era il più bello che mai avesse veduto. Era il viso di Adriana Andreani.
Si slanciò fuori del negozio, ma la fanciulla si era
già allontanata, attraversando la via con un lieve fruscio della gonna di seta
nera. Aveva già raggiunto il marciapiede di faccia e camminava svelta.
Dopo circa un quarto d’ora, nel quale D’Annunzio
aveva potuto appurare che non poteva avere più di vent’anni, la ragazza
entrò in una pasticceria. Già sul punto di seguirla anche là dentro, D’Annunzio
si senti mancare il coraggio e dovette constatare, suo malgrado, che stava
respirando con un ritmo più rapido del solito.
— Che mi succede?
— si domandò stupefatto.
Non lo sapeva e non aveva tempo per cercare di conoscere le
insensate emozioni cui era preda. Di una cosa sola si rendeva conto: non voleva
perdere quella incantevole creatura. Doveva conoscerla, ma soprattutto
doveva averla.
Entrare nel negozio sarebbe stato banale. L’avrebbe
pedinata per apprendere il suo indirizzo e con calma avrebbe studiato una
strategia.
Poco dopo la ragazza uscì e dopo aver percorso una
miriade di strade secondarie sbucò in Piazza dell’Orologio. Nell'ombrosa
piazza silente, D’annunzio si guardò attorno e vide la ragazza
sparire in una delle palazzine schierate ai quattro lati della piazza.
Poi si avviò sui suoi passi. Vicino alla porta, sotto il campanello, c'era una
targhetta di bronzo, su cui era scritto: Andreani.
Su un muro, poco lontano, un cartellone attirò la sua
attenzione. Su esso c’era scritto: Domani
al Cinema Romano la prima del Film di Adriana Andreani, La Principessa Felice.
E un’idea gli balenò nel cervello.
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