Eleanor
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La Trilogia di Eleanor – Trama
Nel
2001 sulla scena del romanzo erotico si presenta Eleanor LeJune. Allora ventenne
la scrittrice ci presenta un romanzo dal carattere autobiografico
“Eleanor”. Ella stessa, in un’intervista concessa sul sito web “Letteratura e
Stile” non più attivo, confessa
di aver vissuto parte delle avventure
che narra. Ed ammette di provenire come stile
di scrittura dalla scuola di
Emmanuelle Arsan, verso cui ha un’ammirazione
franca ed aperta.
Eleanor narra la storia di una giovanissima moglie che spinta
dall’amore del marito cede ai suoi
desideri che sono quelli di
possedere la moglie insieme ad un
altro uomo od ad un’altra coppia.
Così possiamo assistere all’incontro
di Eleanor con Jean-David (il marito) e Alain,
il suo più caro amico. Segue poi una
coppia Mark e Claudine. Ed infine l’ammissione
di Eleanor ad un Club che in
realtà è un bordello di lusso.
Detto
così sembrano proprio romanzi
pornografici, ma quando andiamo a leggerli ci si accorge dello loro spessore che, sebbene erotico, scava nell’anima di Eleanor, un’anima vergine ed
incontaminata, che, titubante
all’inizio a vivere le avventure che il marito
le propone, si accorge poi che l’amore
è qualcosa di più della normale vita
coniugale.
Ecco come ce la presenta Arthur Burdon nel suo saggio
“Erotic literature and Pornographic
Novel”:
“La giovane Eleanor, profondamente innamorata di suo marito Jean-David, quando questo le chiede di possederla insieme ad un suo amico, Alain, cede,
nonostante i suoi forti dubbi:
“Sta
rischiando il suo matrimonio in un gioco sconosciuto, ma tanto più attraente
che la posta non le sembra eccessiva. Ma soffre, comunque, le prime febbri del
dubbio in un tumulto d’affetti e di ragionamenti.”
Ma se da un
lato teme l’incontro dall’altro:
“Da quel
momento Ella si sarebbe soffermata ad ascoltare altri uomini, ad aspirare il
profumo delle loro verghe, a seguire con l'ansia dello sguardo le varie fasi
delle loro erezioni nel candore trasparente delle sue mani.
E tutto questo
sarebbe stato nulla di fronte alla musica che la avvolgeva, alla melodia che la
cullava.”
Così che rafforza la sua decisione e ravviva la sua fantasia:
“In tutto il
tempo in cui Jean-David ha messo a punto il programma dei loro piaceri, non si
è preoccupata di richiamare alla mente un viso o un corpo.
Si sforza, ora
tardivamente, di ricostruirli, di immaginare quale aspetto avrà lo sconosciuto
e se entrando in lei e uscendo e entrando di nuovo, duro, lungo, godrà del
fondo della sua vagina stretta, umida, calda, muscolosa, attiva, ma soprattutto
se riuscirà a procurarle un piacere senza eguali.”
E dopo l’incontro finirà per:
“Com'è strano...
strano in maniera inesprimibile... pensare che un anno prima, se qualcuno le
avesse predetto che avrebbe arrischiato una simile avventura, avrebbe risposto
chiedendo di essere rinchiusa non appena avesse manifestato i primi sintomi...”
Sì, perché Eleanor finisce per innamorarsi di Alain.
L’uomo durante il brevissimo periodo in cui ha goduto
del suo corpo ha saputo anche aprire
la sua anima:
“Entrambi,
nelle prime ore di conoscenza, hanno colto la misura del mondo in cui si è dato
il caso si trovassero a vivere: sanno esattamente quello che per loro ha valore
e per quali ragioni, e il fatto di avere in comune queste ragioni ha
contribuito a dare alla loro intimità un tocco finale e delicato.”
facendole comprendere, con angoscia, che si possono amare
anche due uomini contemporaneamente.
Ma:
“Resta così,
supina, senza movimento, pensando alla giornata che l’aspetta. Ha ancora voglia
di essere posseduta da Alain, ma sa che non è possibile. Jean-David, al suo
manifesto interesse per l’amico, ha mostrato disappunto ed ella non intende
ferirlo.”
Così invita Alain a partire. Cosa che l’uomo fa.”
Estratto in forma di
racconto del romanzo Eleanor edito da Amazon
Il marito le ha
chiesto di possederla insieme ad un suo
amico.
Il giorno prima Jean-David
l’ha chiamata e fatta sedere ai suoi piedi, pregandola di non interrompere
quanto le doveva comunicare. E nella luce soffusa del soggiorno, dopo qualche
minuto di silenzio, aveva cominciato a parlare di Alain.
E tanta era dolce la sua voce che una melodia appassionata
si era diffusa nell’ombra avvolgendo di malia la sua anima estatica.
In un primo momento la meraviglia era stata superiore ad
ogni altra sensazione; poi, quelle parole lente, sinuose, vellutate, le avevano
dato i brividi, saturandola di una voluttà così nuova e sconosciuta che se ne
era sentita tremare il cuore.
Le era parso che una forza misteriosa la sollevasse e la
trascinasse nelle onde di quei pensieri, attraverso un'atmosfera ricolma di
delizie. Era rapita. Gli occhi avevano cercato nell'ombra gli occhi vaganti del
marito, le mani si erano tese ad un
tratto alla ricerca del suo sesso per ricadere subito inerti, le labbra avevano
tentato di emettere suoni ma si erano richiuse inutili e mute. Si era sentita
tutta spirito, tolta per prodigio ad ogni necessità carnale, in una sfera di
irrealtà, in un mondo di commozioni profonde.
Quello che inconsciamente, forse, aveva desiderato per anni,
l’impudenza che le si chiedeva, ora si concretizzava.
Accondiscendendo, si poneva già oltre gli estremi confini
del suo mondo, in uno onirico, ove la notte poteva cantare la sua tenerezza. Vi
era arrivata ad un tratto, senza muoversi, restando ai piedi di Jean-David, nella sua casa, e questo
era il prodigio e questa era la constatazione dei poteri infiniti che suo marito aveva su di lei.
La casa, alla vigilia di quella nuova esperienza, le pare
moltiplicare i suoi silenzi. Eleanor
pensa, risalendo il corso della propria vita, ai prossimi giorni limpidi
d’affascinanti e terribili incertezze. Quel sì che ha pronunciato con voce
vibrante, il cuore grosso d’orgoglio, quasi che tutto il mondo fosse ad
applaudire il suo eroico coraggio di fanciulla, lo ha mille volte meditato nel
silenzio della propria camera, di notte, quando Jean-David, dopo averla penetrata a lungo, dorme e le tenebre si
diradano sulla soglia di un mondo lontano; e deve riconoscere che le è sfuggito
nell’inconscia scelta di un momento supremo. Sta rischiando il suo matrimonio in un gioco sconosciuto, ma
tanto più attraente che la posta non le sembra eccessiva. Ma soffre, comunque,
le prime febbri del dubbio in un tumulto d’affetti e di ragionamenti.
Tutte le energie della sua volontà e delle sue passioni
lottano intorno a questo sì, che il buon senso scandisce con la sferza della
propria sottile ironia, mentre ella segue in se stessa le vicende di quella
battaglia, coll'ansia smemorata dello spettatore,
che si perde in una troppo acuta riflessione.
E’ sola. Nessun'eco la disturba, nessuna voce la distoglie
dai suoi pensieri. E’ sola con se stessa, col proprio proposito, col sentimento
angoscioso della sua grandezza e l'affanno compresso di vere, indeterminate, e
forse invincibili, difficoltà. Si accorge che, pure fortificandosi nella sua
decisione, non riesce a comprendere quale sarà il suo futuro; il cuore le batte
sotto le strette della paura, mentre il pensiero corre innanzi verso
indeterminate visioni. Si esalta ancora, considera la sua resa come l’estremo
atto d’amore che deve a Jean-David.
Un rumore di passi sulla pietra, lo scricchiolio di una
porta, sono come un segnale atteso. Pensa che ha appena il tempo di fare una
doccia e di prepararsi.
La toilette le richiede un certo impegno. Non sa come
vestirsi. In modo audace o semplice? O deve addirittura farsi trovare nuda.
Questo pensiero la diverte e, al tempo stesso, la fa inorridire.
Decide per un vestito classico e per un reggicalze audace.
Quella che decide di indossare non stringe ma abbraccia; si fa carezzevole,
sfiora le parti morbide come dita gentili. E’ liscia come la pelle che ricopre.
Non indossa reggiseno e mutandine.
Eleanor da
perfetta padrona di casa fa accomodare i due
uomini nello studio di Jean-David,
su un soffice divano. Nel porgere un bicchiere di cognac, per un attimo china
leggermente il capo e il dolce profumo dei suoi capelli sale alle narici di Alain. La superba loro bellezza sfiora
quasi le sue labbra. Mentre si allontana, l’uomo ha l’impressione di udire il fruscio del tessuto della stretta
gonna contro il vello del sesso.
Jean-David e Alain sono affascinati. I suoi occhi,
quando Ella si crede inosservata, hanno espressioni scintillanti, sembrano che
siano divorati da un misterioso fuoco interiore, a stento soffocato.
E sulla sua bocca, di mirabile disegno, dai toni opachi, si
sparge il fascino delle grazie orientali. Ella è umana e divina ad un tempo.
Umana per il tepore delle sue linee nervose, per il profilo dei suoi seni, dal
disegno puro e regolare, che si sollevano e si abbassano nel ritmo calmo del
suo respiro, per le sue fini proporzioni, per i capelli neri come l’ebano,
luminosi nel buio della stanza; divina per la magia seduttrice che si intuisce
contenuta nelle sue fibre sottili, e per le sue pupille, porte celesti di un
paradiso lungamente sognato.
La gonna, leggermente rialzata, mostra le gambe stupende,
inguainate nelle calze fluenti e sottili da sembrare viva pelle. Poterle
soltanto toccare, intiepidite dalla contiguità con quella carne cui aderiscono
senza la minima increspatura. Ah, se lei vi acconsentisse. Se lo tollerasse. Se
lo volesse.
Il turgore dei loro sessi è ora evidente. Ed Ella si sente
una regina, con quegli uomini che ha
incantato; sa di avere un corpo dolce e perfetto, ove alberga una forza che non
ha mai osato chiamare sensualità, ed ora si rifiuta di definirla per non
sminuirla.
Pronuncia il loro nome, dolcemente. La loro bellezza,
l’immaginata bellezza del sesso dell’ospite,
la fantasticata dolcezza che, immagina, essi daranno all’incontro; tutto sembra
avvolgerla in angosciose immagini d’intollerabile piacere, che riesce però ad
esorcizzare attraverso un personale cerimoniale poetico che accetta le norme di
un rigorosissimo estetismo.
Il culto della bellezza e l’estetica del coito le permettono
di trasformare le immagini più oscene, le più audaci manifestazioni della sua
fantasia malata, i più iperboli sogni di pura carnalità, in poesia. La sua
sofferenza si sublima in pure lezioni stilistiche.
E una notte, chissà quando?, sporgerà la sua mano nel buio e
troverà i fantasmi di questo presente irreale. Un ricordo sublime d’audace e
bellissima trasgressione. In tutta la vita, forse non dividerà mai più il suo
corpo con due amanti ma tutte le ore
ed i giorni futuri saranno nutriti da ciò che sta per cominciare.
Anche loro rimangono in silenzio, posseduti da una felicità
così grande e così diversa da tutte le felicità che prima hanno provato o
immaginato. Una fiamma li percorre, il loro corpo diviene un solo corpo, balzando
da forza a forza.
L’enigma plastico della bellezza di Eleanor è oscuro ed attirante. Essi scorgono nel puro disegno del
viso un singolare contrasto d’espressioni. I suoi occhi sono così dolci,
profondi, lusinghevoli, tra i lunghissimi cigli, da far vacillare ogni residua
resistenza, residuo dubbio. Captano la sua anima. Si nutrono d’essa. Bevono il
fascino voluttuoso che nasce da lei.
All'improvviso alzano le mani di Eleanor, le baciano e poi le chiudono a coppa sui loro sessi
turgidi. Non si sono spogliati, hanno denudato solo il sesso. Il toccare le
verghe nude le dà una sensazione di languore struggente che le serra la gola.
Jean-David ha un
corpo magro, lungo, tutto muscoli, asciutto, bello, più bello del suo viso, il
che, pensa Eleanor è tutto dire. Alain è più dolce di forme, più
trasparente di pelle, più elastico e soffice al tocco, ma non per questo
effeminato.
E se da un lato, Jean-David
colpisce l’immaginazione per la sua struttura perfetta, è il fallo di Alain che inebria Eleanor. Un capolavoro, per forma, dimensione, lunghezza, qualità
della pelle, mobilità, pulsazioni. Nei pochi attimi che l’ha toccato si è
sentita sciogliere dentro, tante sono state le sensazioni che le ha comunicato.
Decide di iniziare da quel fallo, lo tocca con delicatezza e
desiderio, poi lo accoglie tra le labbra. Lo sente espandersi dentro la bocca.
Quel contatto le ravviva il sangue nelle vene e le labbra della sua vulva si
schiudono come un fiore. Il cuore le batte all’impazzata.
Nel momento stesso che avverte il fallo dell'uomo tra le labbra della sua vagina,
qualcosa di forte balena prodigiosamente in lei: una scintilla luminosa che
s’ingrandisce e cresce e splende, ed Eleanor
avverte che il suo corpo si liquefa, fondendosi con quell'ardore luminoso che
continua a crescere, sino a quando tutto il suo corpo non ne è soffuso, non
pulsa del suo calore, e l'ultima ritrosa cappa del suo pudore si scioglie,
scacciata irresistibilmente da quella fiamma calda e viva.
Nel silenzio della stanza, il lamento di lei si diffonde
sottile e disperato. Incapace di resistere si sente mossa da correnti che non
ha mai conosciuto in passato, si sente portare ad un parossismo estremo, dal
quale ricade gemendo e piangendo senza parole.
Jean-David esce
dall’ombra.
Quando la penetra, ancora calda dello sperma di Alain, si sente stringere in
un’emozione bizzarra. La notte profonde i suoi tesori. L’aria è di una
freschezza deliziosa. Non osano guardarsi, perché tutto in quell’istante assume
di colpo un carattere troppo improvviso di gravità.
L’animo non può, non rispondere a quell’insensato momento, a
quel meraviglioso contatto che le riempie il corpo di leggeri fremiti. La
bellezza del tutto è così dolce che trapassa l’amore come una spada di fuoco.
Il ricordo delle ore appena trascorse si fonde con il presente.
Ma ha appena il tempo di finire i suoi pensieri che suo
marito zampilla in fondo al suo ventre. Lunghi getti, abbondanti, inesauribili.
Al pensiero della mescolanza dei semi, la vertigine le fa perdere i sensi.
Dopo che Alain è
partito il marito le domanda:
- Desideri ancora
Alain? Ti è piaciuto il suo pene, lo hai succhiato a lungo? - le domanda.
E’ evidente che si eccita alle sue stesse domande ed Eleanor decide di stare al gioco.
Con sua sorpresa lei risponde coraggiosamente, con sguardo
pieno di vivacità che non tradisce la minima debolezza sentimentale, ma che al
contrario esprime una volontà indomabile e uno spirito gioioso.
- Si, lo desidero
ancora, ma ti amo troppo per tradirti.
Sa di mentire. Non che nella sua intimità affiori un istinto
torbido, ma dopo la notte trascorsa tra le braccia di Alain ha scoperto in sé una tenerezza che se coltivata può mutarsi
in un sentimento più profondo.
Racconta al marito,
con dovizia di particolari, la notte trascorsa e l’episodio del lago.
Conversa gaia, eccitata dal timbro festoso della propria
voce, dal profumo di rose che è nell’aria. In complesso, non capisce quanto sta
avvenendo in lei. Si sente strana, volubilissima nelle riflessioni, nelle
sensazioni dell’attimo.
Jean-David pare
addormentato nella beatitudine di sentirsela accanto viva, palpitante, odorosa
di gioventù.
Allora fissa i suoi occhi in quelli di lui. Lo fissa
intensamente, tanto che lo costringe a scrutare con ansia ciò che trapela
dall’espressione assorta del volto femminile.
Fuori il temporale estivo è al suo culmine. A poco a poco
sprofondano in un’imprecisa sensazione voluttuosa, nella quale il rumore dei
tuoni genera come una musica vaga e carezzevole che li trasporta in un mondo
lontano.
Si perdono in fantasie lontane.
Un ennesimo tuono li scuote dal loro torpore. Jean-David le
domanda allora se è pronta a proseguire l’avventura.
Per nulla intimorita dal tono improvvisamente brusco della
domanda, Eleanor si protende in
avanti e scruta gravemente il volto che le sta dinanzi. E’ impenetrabile e
tutto ciò che le riesce di scoprire è che Jean-David
ha occhi magnifici e una bocca che tradisce un'indole dolce.
- Chi sarà questa
volta?
- Una coppia. Lei è
una bellissima donna.
Eleanor si sente
mancare. Non ha tendenze lesbiche e non intende fare l’amore con una donna. Esterna i suoi timori.
Un fugace lampo attraversa gli occhi di Jean-David.
- Non temere, -
dice, - il nostro sarà solo uno scambio
di partner. Dapprima ognuno di noi farà conoscenza del coniuge dell’altro, poi
a turno ogni signora sarà appagata in contemporanea dai due maschietti come
ogni maschietto sarà appagato in contemporanea dalle due signore.
Mark e Claudine è il seguito di Eleanor e narra dell'incontro con una coppia, Mark e Claudine, che finirà in un'orgia.
Estratto in forma di
racconto del romanzo Mark e Claudine
edito da Amazon
Nude, le due
donne fanno il bagno in un mare freddo e rigenerante.
Quando alla fine Jean-David
torna a chiudere la porta d'ingresso è buio, ma la luce alle finestre illumina Eleanor e Claudine, immobili al centro della stanza. Aspettano, nella quasi
oscurità, mentre la fioca e baluginante luce rossastra proiettata dal fuoco
respinge le ombre negli angoli facendole ondeggiare. Aspettano. Completamente
nude. Presto il momento che hanno atteso per tanti giorni giungerà.
I loro occhi grandi, immensi, enormi sono lampeggianti
e colmi di luce. Adagio, come se stessero prendendo parte a una cerimonia
sacra, fanno in modo che dallo specchio il bagliore delle candele si riversi
sui loro corpi senza veli.
Il vento notturno che investe la casa le colma di una
felicità tanto grande da costringerle a chiudere gli occhi nel tentativo di
trattenere in loro quella gioia, di impedire a quel momento di passare.
Sanno di essere graziose, ma ignorano quale
irresistibile fascino esercitano sugli uomini
quei loro visi deliziosi, nel cui ovale purissimo, di una luminosità perlacea,
scintillano sguardi incantevoli, dalle sfumature misteriose: sguardi carichi di
passioni ardenti, di promesse non rivelate, che si celano sotto la serica
frangia delle ciglia. Lo specchio riflette anche cascate di riccioli ramati e
fluenti capelli e bocche ribelli, simili a frutti polposi, la cui sensualità
contrasta in modo strano e affascinante con la classica perfezione dei
lineamenti.
Nel buio della stanza, provano tutti un senso di libertà:
la natura è sgombra, pulita, soltanto qualche raro uccello sfreccia in volo, ma
molto in alto, confondendosi nell'infinità del cielo. Non c'è nessuno che li
veda, nessun altro che il paesaggio. E il paesaggio, per l'occasione, è calmo e
indirizza un'occhiata immobile a tutto ciò che accade sulla spiaggia ed oltre.
Jean-David confessa che non sa come
iniziare.
Nella notte, le parole, le cose che essi formulano, i
misteri che suggeriscono, inondano gli animi.
Eleanor vuole avvicinarsi di più a Claudine e Mark. Vuole poter mostrare i suoi reali sentimenti e quelli di Jean-David. E’ aggredita da un vortice
di emozioni così intenso da provarne quasi nausea. Vuole tanto chiudere gli
occhi; sente il desiderio irrefrenabile di piangere accovacciata ai loro piedi,
di ringraziarli per il dono che le hanno fatto.
- Jean-David...., urla, mentre il fallo di
Mark penetra violentemente nel suo
retto, traforandola sino alla base dell’asta.
Il lungo indice affusolato del marito si posa sulle sue labbra, a calmare il grido. Gli si butta
contro. La sua carne è calda. Jean-David la bacia, a lungo. Le sue
labbra lasciano quelle di lei ancora vogliose, e la sua lingua scende a
leccarle la gola, e poi i seni nudi, con i capezzoli eccezionalmente sensibili.
Eleanor geme a bocca aperta, con le
palpebre abbassate.
Claudine, che sino a quel momento si
era dedicata a manipolare con la bocca l’asta di Jean-David, lo sostituisce nel bacio. Sulle sue calde labbra, Eleanor riconosce l’odore del pene. Un
orgasmo intenso la coglie mentre Mark
si sfila dal suo ano e si svuota nella sua vagina.
Il bacio tra le due
donne si fa sempre più profondo. Le dita di Claudine penetrano nella fessura ricolma di sperma. Eleanor cerca la vulva dell’amica e scopre che il marito si è ancorato nel fondo di essa.
Il pensiero dello stantuffo ritmico fa sbocciare dentro di lei un orgasmo che
le lascia il cuore martellante di eccitazione.
Benchè intorpidita dall’orgasmo, Claudine osserva con desiderio l’amica. Non si stanca di ammirare la sua pelle liscia e compatta dal
colore della magnolia, il suo corpo flessuoso eppure carnosamente ricco. E sono
le cosce piene, i glutei saldi e rotondi, le mammelle che sovvertono la legge
di gravità con la loro colma procacità estremamente mobile ma solidamente
eretta, i punti che automaticamente attraggono il suo sguardo.
I capelli corvini, lucidi e serici, dai riflessi
bluastri le nascondono i magnifici occhi verdi e la bocca sensitiva e golosa
che tanto la fa impazzire. Protende una mano ad accarezzarle la nuca, per poi
scendere dolcemente lungo la schiena falcata, sino all’apertura del sesso.
Con un brusco gesto del capo, Eleanor si libera dei capelli che le coprono il volto e si gira
verso Claudine per guardarla e
sorriderle con dolcezza.
La mano che stava masturbando con energia la verga del
marito, scivola senza premura sul
volto dell’amica, sfiora le ciglia
degli occhi e si sofferma sulla morbidezza delle labbra.
Odorano di sesso. Claudine,
nell’attesa che penetrino in bocca, ha un altro orgasmo.
Il Club è la terza ed ultima parte della Trilogia di Eleanor.
Jean-David, il marito di Eleanor, vuole
spingere i giochi erotici con la moglie sino all’estremo. Così le
propone di prostituirsi in un bordello di lusso denominato Il Club.
Estratto in forma di racconto del
romanzo Il Club edito da Amazon
Il Club è quanto
di più bello Eleanor abbia mai
visto. E’ situato in una posizione stupenda, circondato da un parco chiuso tra
un fiume e un bosco. All’ingresso fanno mostra di se due simmetrici giardini
all'italiana, ben disegnati e curati alla perfezione.
Affascinata sosta un attimo sulla soglia, guardando dapprima
i giardini e il verde prato che scende fino al fiume, poi le morbide colline
più in alto. Il bosco sale aprendosi lungo il monte. E’ qua e là fitto d’ombra,
con larghi spiazzi e termina su di un poggio, da dove, ella sa, si scorge
lontano il lago e la valle, verde e soleggiata.
E’ titubante ad
entrare, ma poi vince la propria paura.
A quell'ora, non ancora tarda, il Club è vuoto. La riceve un anziano
signore, distinto, che si congratula della sua bellezza. Il suo nome è Mistral de la Sena.
Mistral la guida attraverso un
lungo corridoio, tra mobili d'epoca, soffici divani, lampade a luci soffuse e
almeno mille candele con le fiamme palpitanti. E poi ci sono i fiori: felci,
gardenie, orchidee, fucsie a rami pendenti, ibischi, bocche di leone,
delphinium e altri.
Mistral aiuta Eleanor a sedere e poi sposta la sua sedia vicino a lei. Rimangono
così, fianco a fianco.
- Queste capanne
sono riservate alle coppie ospiti del Club. Lei potrà anche essere richiesta da
una coppia. Suo marito le ha spiegato le regole del Club?
- Vagamente.
Mistral sorride.
- Il Club è essenzialmente una scuola, una scuola di sesso. Le ragazze
che frequentano il Club studiano l’uomo, il sesso maschile e le forme di
piacere che una donna può rendere all’uomo. Ogni sorta di piacere. Mi creda,
sono una classe privilegiata di ragazze, scelte tra le più belle e tra le più
socialmente elevate. Ragazze simili sono poi molto ricercate come mogli. Il
loro programma di insegnamento è difficile da descrivere.
Mistral fa una pausa. Eleanor
ne approfitta per domandare:
- Ma in cosa consiste l’istruzione?
- Dalle normali discipline scolastiche alle lezioni di sesso
pratiche. Sono soprattutto queste che distinguono il Club da ogni altra scuola.
Qui la fanciulla, che deve essere rigorosamente vergine e dichiarare di non
aver mai avuto rapporti sessuali di nessun genere, è istruita nell’arte della
seduzione e nel come rendere felice un uomo con il proprio corpo. Le si insegna
di tutto: come manipolare una verga con la mano, con la bocca, con la vagina e
con l’ano. Le si insegna a bere lo sperma, le si insegna ad avere rapporti con
più uomini, e così via. Sia le fanciulle che i loro istruttori avranno il volto
coperto e non potranno mai rivelare la loro identità. Si ritiene che debbano
incarnare l'ideale di poter fare poche cose superlativamente bene, piuttosto
che fare un mucchio di cose niente affatto bene. Grazia e forza, del corpo e
dell'animo, sono lo scopo ultimo del Club. Qui una fanciulla è più facile che
venga punita per un’andatura cascante che per non aver ricordato una data
storica.
Le viene comunicato che due
ospiti hanno chiesto di lei. Si sente morire, vorrebbe scappare. Ma il
pensiero dei rimproveri di Jean-David
la trattiene.
Una corrente di aria calda le giunge al viso, dalla porta. Ed
è quella corrente d'aria calda che la riconduce di colpo all’immediata realtà.
Due uomini entrano nella stanza.
Sono padre e figlio.
Il giovane non è niente male, il vecchio deve avere sui sessanta anni.
Ha i capelli grigi, pettinati con cura all'indietro e tagliati corti. Arriva a
mala pena alla spalla del figlio ed
è piuttosto tozzo, ha il viso grassoccio un po' congestionato e l'espressione
gioviale di chi è dedito al bere. Un gaudente
senza dubbio.
Gentilmente le sussurra:
- Lei è semplicemente
deliziosa.
I suoi occhi tradiscono, però, la lussuria. Rivolgendosi al figlio dice:
- Paul, ti presento Eleanor.
Un regalo più bello non poteva capitarci.
Paul abbozza un sorriso
imbarazzato. Eleanor comincia ad
avere paura. I vecchi l'hanno sempre
intimidita. Per di più prova una certa repulsione.
I due le si
avvicinano, ostentando entrambi un sorriso. Ma mentre il sorriso del giovane è aperto e franco, quello del vecchio le causa un disagio
indefinibile. Gli sguardi di sottecchi che le lancia la dicono lunga sulle idee
che ha in testa. Le ispira un’avversione subitanea, le dà una specie
d’impazienza e di fastidio quasi acre.
Eleanor si ferma a riflettere. Le
sue paure sono senza giustificazioni. Quegli uomini hanno pagato per avere il suo corpo e se non le useranno
violenza possono fare ciò che vogliono. Ciò che la ferisce è che lo sguardo del
vecchio le dà la sensazione di
essere solo un pezzo di carne.
- È davvero deliziosa
- ripeté lui, avvicinandosi a guardarla più da vicino con un'aria così
licenziosa da farle venire la pelle d'oca.
- Si spogli!
Il tono imperioso non ammette repliche. Quell'uomo la disgusta, vorrebbe poter non
ubbidire, ma è incapace di abbozzare il pur minimo gesto di difesa.
Quello che accadde subito dopo è stranamente
inaspettato. La coglie di sorpresa, poiché agisce cosi fulmineamente da trovare
impreparate tutte le sue difese. Il vecchio
ha conficcato a coltello le mani tra le sue cosce contratte e ora le divarica a
forza le gambe, facendola urlare di dolore.
La rosea vulva rimane aperta per lui, con le grandi
labbra dischiuse, e, ancor prima che formuli un pensiero, il membro di nuovo
rigido e grosso si inserisce tra esse allargandole mentre la penetra.
Vorrebbe urlare, ma dalla sua gola esce soltanto un
gemito. Si sente morire di vergogna e di disgusto, ma il suo sesso comincia a
reagire alle frenetiche carezze dell'uomo.
Il colpo che le ha assestato è stato secco e preciso. Il pene non riesce a
raggiungere il fondo della sua vagina, ma in compenso la dilata ogni oltre
dire.
Vorrebbe sfuggire alla sofferenza deliziosa e intende
sottrarvisi, ma è troppo tardi. La mente non può più interferire. I muscoli
interni, laggiù, si contraggono, lo stringono, la dentro, lo liberano, lo
riprendono.
Il vecchio
le piazza le mani sotto le ascelle bagnate e da lì comincia le sue ricerche.
Sposta i palmi sui fianchi tremanti, poi afferra i seni colmi, facendole male.
Resta per un momento immobile, con una mammella in ciascuna mano. Le sue dita
si premono nelle carni elastiche e sudate. Adesso si è appiccicato al ventre
di Eleanor e comincia a pomparla, di
nuovo, ritmicamente.
Eleanor, nonostante le avvisaglie
di piacere, si augura che l’uomo
eiaculi subito, ma deve ricredersi. Ha una resistenza fuori del comune.
Comincia a contare i colpi che le assesta. Dopo trecento smette di contare. Le
labbra dell’uomo prendono possesso
delle sue, le schiacciano, la lingua forza i suoi denti e penetra nel palato.
Si sente vagellare. Non voglio, pensa, è una cosa ripugnante, ma a quanto pare
il suo sesso non risponde al cervello.
Dopo i due uomini
a possederla sono due giovani e
affascinanti fratelli.
I due fratelli fanno all'amore in un modo così professionistico da
farle pensare che forse è lei che dovrà pagare loro. Comunque ben presto si
sente meravigliosamente distesa. Non le chiedono niente sul piano emotivo. Il
piacere è offerto e preso, ma non ci sono ansiose ricerche, come sempre accade
nelle relazioni basate sull'amore, per sapere se qualcosa del piacere resta e
si sublima in un affetto duraturo.
Si esibiscono come ottimi
trapezisti e quando ognuno di loro ha scaricato il suo seme, si sentono soddisfatti
non tanto per il proprio godimento, ma per quello che hanno dato. Si
riconoscono come soci di uno stesso circolo e si sorridono non
per il rapporto che hanno stabilito, ma per la comune appartenenza a quella
ristretta società che sa concepire quel modo di vivere. Per loro, Eleanor è soltanto una donna emancipata a cui devono tutto il
loro rispetto.
Eleanor ha dato la sua disponibilità al Club per una settimana e benchè Jean-David le abbia chiesto di poterla rivedere a casa sua, non se
la sente di accettare.
Le hanno chiesto se
preferisce ricevere i clienti di
giorno o di notte. Sceglie il giorno. Sono quattro giorni che è al Club ed ha partecipato ad una decina di
incontri. Quasi sempre plurimi. Prova a fare una conta dei falli che ha fatto
zampillare, ma è una conta approssimativa. In realtà non ricorda bene.
Quotidianamente è lordata di
saliva e di sperma. Sudori sconosciuti si mescolano al proprio sudore. E le
parti del suo corpo, più costantemente violate, le sembrano divenute più
sensibili, piú belle, come nobilitate: la sua bocca serrata su sessi anonimi,
le punte dei suoi seni a volte palpeggiati dolcemente, con delicatezza e a
volte strofinati da voraci mani indelicate, ma soprattutto la vulva quasi
sempre piena di sessi traboccanti sperma.
Si stupisce di accettare
quella condizione, ma i complimenti di Jean-David
la portano a degradarsi con voluttà. E
poi, i clienti del Club, con poche
esclusioni, sono quasi sempre uomini
bellissimi. Non ne ha un ricordo preciso, ad eccezione di Friedrich e Heinrich.
Solo poche ore prima, un negro, il cui fallo l’ha fatta temere
di essere squartata, l’ha arata così a lungo, ore, che quando lo sperma si è
riversato in lei, dopo molte estasi, è crollata svenuta.
Non ne ricorda il volto, ma
non lo dimenticherà mai per l’ostinata violenza e il ritmo frenetico con cui
l’ha scavata più di quanto lo sia mai stata in precedenza e che l’ha fatta
godere più di quanto abbia mai goduto prima.
Ed ora che sta per lasciare il Club confessa a Mistral
i suoi rimpianti.
I seni di Eleanor si sollevano tranquilli, appena
tesi, e rigonfi ancora di sangue.
- E’ trascorso così poco tempo - ella dice, - da quando sono al Club, ed ho imparato tanto.
- Cosa hai imparato, Eleanor? -
- Ho imparato l'amore, Mistral. Tutto l'amore. Soltanto l'amore.
- L'amore?
- L'amore! - esclama la fanciulla,
e sorride un poco. - Ho imparato questo
dell'amore, caro Mistral, e cioè che nessuna parola può esprimerlo. Nessuna
parola, nessuna poesia, nessuna statua, nulla. Ho imparato l'indicibile pena e
l'indicibile dolcezza racchiuse nell'amore.
Rimane a labbra socchiuse
come per parlare ancora, ma la voce le muore in gola.
Mistral la guarda studiando le luci e le ombre che le si muovono sul
viso. L'intensa bellezza creata dalla passione le è ormai svanita dai tratti.
E’ soffusa invece di una luce gioiosa emanata dagli occhi chiusi, e da
un'espressione di morbido, intimo incanto, quasi di potere e di trionfo, che
ridona alla sua estrema leggiadria il senso del mistero e dell'inaccessibile.
Nel vecchio uomo per contro il
sentimento del compiuto si va dissolvendo: gli rinasce in cuore il desiderio.
Egli si piega e le preme le labbra nella dolce fossa fra i seni. Ella ride
gaia.
- Perché ridi? -
- Rido perché mi batte pazzamente il cuore. Ed anche perché... -
s'interrompe, apre gli occhi e lo guarda.
- Ebbene, per quale altra cosa? -
- Amore - mormora - anche
perché non avrei mai creduto di poter provare piacere con un uomo di quasi
quaranta anni più di me!
- Ma tu tremi, Eleanor! -
- Fa fresco - dice la fanciulla
con un dolce ingannevole sorriso. - Si è
messo a far fresco di colpo! -
Poi arriva suo marito.
Attimi, poi corre incontro a
Jean-David. Lo bacia, e nel bacio il
giovane avverte il sapore dello
sperma. Alla sua perplessità confessa, ridendo, di aver fatto l’amore con Mistral.
- Lo amo come amerei un padre.
Jean-David tace. Si ritrae dal bacio e la guarda con esitazione. Non
hanno mai parlato di quell’aspetto del problema che si affaccia per la prima
volta. Ma Eleanor lo rassicura.
Fuori dal Club gli sarà fedele.
Purché, e ride gioiosamente, Jean-David
le prometta di gioire in lei non meno di tre volte il giorno.
- Perché tre volte?, - chiede.
- Perché ho tre orifizi, - risponde seria Eleanor.
Jean-David guarda la fanciulla:
un tremito d'ombre le si muove sul viso mentre ella osserva pensosa il suo
giovane amore: la voce si è fatta grave. Le labbra socchiuse esprimono un caldo
senso d'attesa ed è bella, così indicibilmente bella e attraente che un
fremito percorre Jean-David. Egli è
avvolto allora da un'ondata di gioia, e sente che il suo spirito si è liberato
da ogni costrizione, capace ormai di abbracciare il mondo intero.
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- La Trilogia di Eleanor - Trama
- Introduzione ad Eleanor di Eleanor LeJune
- Eleanor di Eleanor LeJune
- Un brano tratto dal Romanzo Eleanor di Eleanor LeJune
- Mark e Claudine
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