mercoledì 29 maggio 2013

Le Impudiche Vampire di Jean Rollin


Le Impudiche Vampire di Jean Rollin



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Sinossi

Questo libro è un atto d’amore verso Jean Rollin e le sue bellissime attrici, simbolo di un’epoca e di una rivoluzione sessuale. Quando ero giovane Jean Rollin, con le sue impudiche (e nude) vampire, ha acceso la mia fantasia, mi ha condotto in un mondo onirico e surreale, permeato da un sottile erotismo. Jean Rollin mi ha fatto amare le donne, soprattutto mi ha insegnato a desiderarle. Il libro analizza il cinema di Jean Rollin con riferimento al ciclo delle sue vampire. I film presi in esame sono: Le Viol du Vampire (1968) - La Vampire Nue (1969) - Le Frisson des Vampires (1970) - Requiem pour un Vampire (1971) - Lévres de Sang (1975) - Fascination (1979) - La Morte Vivante (1982) - Les deux orphelines vampires (1997) - La fiancée du Dracula (1999). Film che vengono analizzati sotto il profilo delle metafore ossessive che Jean Rollin sottointende. Oltre i film vengono analizzate, sotto il profilo della bellezza, le sue attrici. Donne che hanno fatto sognare una generazione: Agnès Jacquet, Agnès Petit, Alexandra Pic, Anissa Berkani-Rohmer, Anita Berglund, Anne Duguël, Anne-Rose Kurra, Annie Belle, Annie Merlin, Ariane Sapriel, Barbara Girard, Béatrice Harnois, Brigitte Lahaie, Carina Barone, Caroline Cartier, Catherine Castel, Catherine Day, Catherine Devil, Céline Clémentel, Céline Mauge, Claudine Beccarie, Cyrille Iste, Danièle Servais-Orth, Dominique, Dominique Toussaint, Évelyne Thomas, Fanny Magier, Franca Maï, Françoise Blanchard, Hélène Maguin, Isabelle Teboul, Jacqueline Sieger, Kuelan Herce, Louise Dhour, Ly Lestrong, Magalie Madison, Marianna Palmieri, Marie-Laurence, Marie-Pierre Castel, Marina Pierro, Martine Grimaud, Mélanie Karali, Mira Petri, Mireille Dargent, Muriel Montossé, Myriam Watteau, Natalie Perrey, Nathalie Karsenti, Nicole Nancel, Nicole Romain, Sabine Lenoël, Sandra Julien, Sandrine Thoquet, Solange Pradel, Sophie Noël, Sylvia Bourdon, Tina Aumont, Ursule Pauly, Véronique Djaouti. 
Di loro, a parte, alla fine del libro (e quindi disponibile solo per coloro che hanno acquistato l’e-book), per quelli che le volessero ammirare nel loro naturale splendore è possibile prelevare un portfolio in formato Pdf che riporta tutte le foto riprese dalle scene dei rispettivi film, in cui Jean Rollin le fa risplendere nel loro essere senza vestiti. Completano le schede dei film i links esterni a youtube con circa cinque filmati per film. Un libro di circa 130 pagine (+140 del Portfolio), imperdibile, riccamente illustrato con locandine e scene da film (100 e passa immagini nel Portfolio), interattivo, unico nel suo genere e unico in Italia ad omaggiare Jean Rollin. Dall’estratto di Amazon è possibile scaricarsi un PDF per la valutazione del Portfolio allegato all’e-book.


Dettagli prodotto

  • Formato: Formato Kindle
  • Dimensioni file: 2835 KB
  • Lunghezza stampa: 445
  • Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
  • Lingua: Italiano
  • ASIN: B009EC2T4A


Introduzione


Questo libro è un atto d’amore verso Jean Rollin e le sue bellissime attrici, simbolo di un’epoca e di una rivoluzione sessuale. Quando ero giovane Jean Rollin, con le sue impudiche (e nude) vampire, ha acceso la mia fantasia, mi ha condotto in un mondo onirico e surreale, permeato da un sottile erotismo che molto ha inciso sulla mia futura sfera sessuale.
Jean Rollin mi ha fatto amare le donne, soprattutto mi ha insegnato a desiderarle.
Il libro analizza il cinema di Jean Rollin con riferimento al ciclo delle sue vampire. I film presi in esame sono: Le Viol du Vampire (1968) - La Vampire Nue (1969) - Le Frisson des Vampires (1970) - Requiem pour un Vampire (1971) - Lévres de Sang (1975) - Fascination (1979) - La Morte Vivante (1982) - Les deux orphelines vampires (1997) - La fiancée du Dracula (1999).
Film che vengono analizzati sotto il profilo delle metafore ossessive che Jean Rollin sottointende. Oltre i film vengono analizzate, sotto il profilo della bellezza, le sue attrici. Donne che hanno fatto sognare una generazione: Agnès Jacquet, Agnès Petit, Alexandra Pic, Anissa Berkani-Rohmer, Anita Berglund, Anne Duguël, Anne-Rose Kurra, Annie Belle, Annie Merlin, Ariane Sapriel, Barbara Girard, Béatrice Harnois, Brigitte Lahaie, Carina Barone, Caroline Cartier, Catherine Castel, Catherine Day, Catherine Devil, Céline Clémentel, Céline Mauge, Claudine Beccarie, Cyrille Iste, Danièle Servais-Orth, Dominique, Dominique Toussaint, Évelyne Thomas, Fanny Magier, Franca Maï, Françoise Blanchard, Hélène Maguin, Isabelle Teboul, Jacqueline Sieger, Kuelan Herce, Louise Dhour, Ly Lestrong, Magalie Madison, Marianna Palmieri, Marie-Laurence, Marie-Pierre Castel, Marina Pierro, Martine Grimaud, Mélanie Karali, Mira Petri, Mireille Dargent, Muriel Montossé, Myriam Watteau, Natalie Perrey, Nathalie Karsenti, Nicole Nancel, Nicole Romain, Sabine Lenoël, Sandra Julien, Sandrine Thoquet, Solange Pradel, Sophie Noël, Sylvia Bourdon, Tina Aumont, Ursule Pauly, Véronique Djaouti.
Di loro, a parte, alla fine del libro (e quindi disponibile solo per coloro che hanno acquistato l’e-book), per quelli che le volessero ammirare nel loro naturale splendore è possibile prelevare un portfolio in formato Pdf che riporta tutte le foto riprese dalle scene dei rispettivi film, in cui Jean Rollin le fa risplendere nelle loro abbaglianti nudità. Completano le schede dei film i links esterni a youtube con circa cinque filmati per film. Un libro di circa 130 pagine (+140 del Portfolio), imperdibile, riccamente illustrato con locandine e scene da film (100 e passa immagini), interattivo, unico nel suo genere e unico in Italia ad omaggiare Jean Rollin. Dall’estratto di Amazon è possibile scaricarsi un PDF per la valutazione del Portfolio allegato all’e-book.

Incipit

Il Cinema di Jean Rollin


Il cinema di Jean-Rollin è un cinema strano, a volte incomprensibile, fatto di immagini in sequenza che, molto spesso non si legano tra di loro, ma di grande impatto scenografico.
Indubbiamente, il fatto stesso che, all’inizio della sua carriera, Jean Rollin tentò di diventare assistente di Luis Buñuel, è un segno inequivocabile della sua aspirazione ad un cinema surrealista che tenta, e a mio avviso ci riesce, di fondere l’horror, più precisamente il tema del vampirismo, con l’erotico.
Subito dopo il servizio militare, tra la fine degli anni 50 e 60 produce dei cortometraggi: Les Amours jaunes, Ciels de cuivre ou Les Pays loin. Sono abbozzi di cinema che testimoniano il suo interesse per la sperimentazione di una narrazione basata sulla decostruzione del racconto visivo.
E questa decostruzione è intesa da Jean Rollin come interrogazione della tradizione cinematografica classica, tesa a comprendere in che modo questa si sia costituita e solitamente affermatasi come metafisica della presenza. Una metafisica che concentra la propria attenzione su ciò che considera eterno, stabile, necessario, assoluto, ma che egli tenta di ribaltare nel tentativo di cogliere le strutture fondamentali dell'essere.
In questa prospettiva Jean Rollin introduce e focalizza l’attenzione sul carattere dinamico delle figure irreali ed oniriche, come vedremo più avanti le sue vampire non hanno nulla del classicismo imposto dalla Universal o dalla Hammer negli anni 60 e 70, irriducibile condizione di possibilità di presenze alla ricerca di identità che, sempre parlando in campo cinematografico, costituiscono il campo concettuale di una ricerca tesa ad assumere la configurazione stabile di ciò che è possibile osservare.
È importante sottolineare che non vi è nulla di arcano in questa concezione di differenza tra classicismo ed innovazione, quanto piuttosto una considerazione rigorosa della trattazione della differenza assoluta tra ricerca spirituale ed estetica, scenografica, cioè la ricerca di una nuova forma d’arte, e il semplice racconto vampiresco, così come impostato dalle grandi case cinematografiche.
Tuttavia Jean Rollin non risolve completamente il cammino che conduce al sapere assoluto, attraverso la rimozione della differenza. Per Jean Rollin la differenza, l’essere altro, condizione dell’identità, è irriducibile.
Se la relazione all’altro è condizione dell’essere sé, questo non si concretizza mai, è sempre rimandato ad altro, è, in quanto differisce da sé, e non chiarisce mai in sé l’opportunità della relazione all’altro, sua condizione.
Questa concezione di cinema trova un suo primo tentativo nel lungometraggio Le Viol de Vampire che, alla sua uscita nelle sale cinematografiche, nel 1968, in piena rivoluzione studentesca, provoca “reazioni violente di rigetto nella maggior parte dei telespettatori, perché non si aspettavano un film surrealista sperimentale, ma un film horror convenzionale con lo stesso spirito di quelli della società inglese Hammer” (Wikipedia)
Ma, per capire la filosofia di Jean Rollin e del suo cinema, affrontiamo senz'altro i suoi film, e sovrapponiamo quelli che interessano il tema del vampirismo e delle sue nude vampire: 1968 - Le Viol du vampire, 1969 - La Vampire nue, 1970 - Le Frisson des vampires, 1971 - Requiem pour un vampire (Vierges et vampires), 1975 - Lèvres de sang, 1979 – Fascination, 1982 - La Morte vivante, 1997 - Les Deux Orphelines vampires, 2002 - La Fiancée de Dracula.
Almeno nella loro forma, essi sembrano composti come parte di un’opera unica e riferiti ad uno stesso soggetto: le Vampire con le loro ossessioni. Tuttavia dall'uno all'altro film, il luogo, il tempo, l'azione variano abbastanza da far si che la sovrapposizione ne confonda i disegni. E d'altro canto questa operazione pone in rilievo i punti di coincidenze: l’erotismo e le metafore ossessive.
Partiamo da Le Viol du Vampire (1969).



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