Le Impudiche Vampire di Jean Rollin
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Sinossi
Questo libro è un atto d’amore verso Jean Rollin e le sue bellissime attrici, simbolo di un’epoca e di una rivoluzione sessuale. Quando ero giovane Jean Rollin, con le sue impudiche (e nude) vampire, ha acceso la mia fantasia, mi ha condotto in un mondo onirico e surreale, permeato da un sottile erotismo. Jean Rollin mi ha fatto amare le donne, soprattutto mi ha insegnato a desiderarle. Il libro analizza il cinema di Jean Rollin con riferimento al ciclo delle sue vampire. I film presi in esame sono: Le Viol du Vampire (1968) - La Vampire Nue (1969) - Le Frisson des Vampires (1970) - Requiem pour un Vampire (1971) - Lévres de Sang (1975) - Fascination (1979) - La Morte Vivante (1982) - Les deux orphelines vampires (1997) - La fiancée du Dracula (1999). Film che vengono analizzati sotto il profilo delle metafore ossessive che Jean Rollin sottointende. Oltre i film vengono analizzate, sotto il profilo della bellezza, le sue attrici. Donne che hanno fatto sognare una generazione: Agnès Jacquet, Agnès Petit, Alexandra Pic, Anissa Berkani-Rohmer, Anita Berglund, Anne Duguël, Anne-Rose Kurra, Annie Belle, Annie Merlin, Ariane Sapriel, Barbara Girard, Béatrice Harnois, Brigitte Lahaie, Carina Barone, Caroline Cartier, Catherine Castel, Catherine Day, Catherine Devil, Céline Clémentel, Céline Mauge, Claudine Beccarie, Cyrille Iste, Danièle Servais-Orth, Dominique, Dominique Toussaint, Évelyne Thomas, Fanny Magier, Franca Maï, Françoise Blanchard, Hélène Maguin, Isabelle Teboul, Jacqueline Sieger, Kuelan Herce, Louise Dhour, Ly Lestrong, Magalie Madison, Marianna Palmieri, Marie-Laurence, Marie-Pierre Castel, Marina Pierro, Martine Grimaud, Mélanie Karali, Mira Petri, Mireille Dargent, Muriel Montossé, Myriam Watteau, Natalie Perrey, Nathalie Karsenti, Nicole Nancel, Nicole Romain, Sabine Lenoël, Sandra Julien, Sandrine Thoquet, Solange Pradel, Sophie Noël, Sylvia Bourdon, Tina Aumont, Ursule Pauly, Véronique Djaouti.
Di loro, a parte, alla fine del libro (e quindi disponibile solo per coloro che hanno acquistato l’e-book), per quelli che le volessero ammirare nel loro naturale splendore è possibile prelevare un portfolio in formato Pdf che riporta tutte le foto riprese dalle scene dei rispettivi film, in cui Jean Rollin le fa risplendere nel loro essere senza vestiti. Completano le schede dei film i links esterni a youtube con circa cinque filmati per film. Un libro di circa 130 pagine (+140 del Portfolio), imperdibile, riccamente illustrato con locandine e scene da film (100 e passa immagini nel Portfolio), interattivo, unico nel suo genere e unico in Italia ad omaggiare Jean Rollin. Dall’estratto di Amazon è possibile scaricarsi un PDF per la valutazione del Portfolio allegato all’e-book.
Dettagli prodotto
Introduzione
Questo libro è un
atto d’amore verso Jean Rollin e le sue bellissime attrici, simbolo di un’epoca e di una rivoluzione sessuale. Quando ero
giovane Jean Rollin, con le sue impudiche (e nude) vampire, ha acceso la mia fantasia, mi ha condotto
in un mondo onirico e surreale, permeato da un sottile erotismo che
molto ha inciso sulla mia futura sfera sessuale.
Jean Rollin mi ha
fatto amare le donne, soprattutto mi
ha insegnato a desiderarle.
Il libro analizza
il cinema di Jean Rollin con
riferimento al ciclo delle sue vampire.
I film presi in esame sono: Le Viol du Vampire (1968) - La Vampire Nue (1969) - Le Frisson des Vampires (1970) - Requiem pour un Vampire (1971) - Lévres de Sang (1975) - Fascination (1979) - La Morte Vivante (1982) - Les deux orphelines vampires (1997) - La fiancée du Dracula (1999).
Film che vengono analizzati sotto il profilo delle metafore ossessive che Jean
Rollin sottointende. Oltre i film
vengono analizzate, sotto il profilo della bellezza, le sue attrici. Donne che hanno fatto sognare
una generazione: Agnès Jacquet, Agnès
Petit, Alexandra Pic, Anissa Berkani-Rohmer, Anita Berglund, Anne Duguël, Anne-Rose
Kurra, Annie Belle, Annie Merlin, Ariane Sapriel, Barbara Girard, Béatrice
Harnois, Brigitte Lahaie, Carina Barone, Caroline Cartier, Catherine Castel,
Catherine Day, Catherine Devil, Céline Clémentel, Céline Mauge, Claudine
Beccarie, Cyrille Iste, Danièle Servais-Orth, Dominique, Dominique Toussaint,
Évelyne Thomas, Fanny Magier, Franca Maï, Françoise Blanchard, Hélène Maguin, Isabelle
Teboul, Jacqueline Sieger, Kuelan Herce, Louise Dhour, Ly Lestrong, Magalie
Madison, Marianna Palmieri, Marie-Laurence, Marie-Pierre Castel, Marina Pierro,
Martine Grimaud, Mélanie Karali, Mira Petri, Mireille Dargent, Muriel Montossé,
Myriam Watteau, Natalie Perrey, Nathalie Karsenti, Nicole Nancel, Nicole Romain,
Sabine Lenoël, Sandra Julien, Sandrine Thoquet, Solange Pradel, Sophie Noël,
Sylvia Bourdon, Tina Aumont, Ursule Pauly, Véronique Djaouti.
Di loro, a parte, alla fine
del libro (e quindi disponibile solo
per coloro che hanno acquistato l’e-book), per quelli che le volessero
ammirare nel loro naturale splendore è possibile prelevare un portfolio in formato Pdf che riporta tutte le foto riprese dalle scene
dei rispettivi film, in cui Jean Rollin le fa risplendere nelle
loro abbaglianti nudità. Completano
le schede dei film i links esterni a youtube con circa cinque
filmati per film. Un libro di circa
130 pagine (+140 del Portfolio), imperdibile, riccamente illustrato con locandine
e scene da film (100 e passa immagini), interattivo, unico nel suo
genere e unico in Italia ad omaggiare Jean Rollin. Dall’estratto
di Amazon è possibile scaricarsi un PDF
per la valutazione del Portfolio
allegato all’e-book.
Incipit
Il Cinema di Jean Rollin
Il cinema di Jean-Rollin è un cinema
strano, a volte incomprensibile,
fatto di immagini in sequenza che,
molto spesso non si legano tra di loro, ma di grande impatto scenografico.
Indubbiamente,
il fatto stesso che, all’inizio della sua carriera,
Jean Rollin tentò di diventare assistente di Luis Buñuel,
è un segno inequivocabile della sua aspirazione ad un cinema
surrealista che tenta, e a mio avviso ci riesce, di fondere l’horror, più
precisamente il tema del vampirismo, con l’erotico.
Subito
dopo il servizio militare, tra la
fine degli anni 50 e 60 produce dei cortometraggi: Les Amours jaunes, Ciels de
cuivre ou Les Pays loin. Sono abbozzi
di cinema che testimoniano il
suo interesse per la sperimentazione di una narrazione basata sulla decostruzione del racconto visivo.
E
questa decostruzione è intesa da Jean Rollin come interrogazione della tradizione
cinematografica classica, tesa a comprendere in che modo questa si sia
costituita e solitamente affermatasi come metafisica della presenza.
Una metafisica che concentra la
propria attenzione su ciò che considera eterno,
stabile, necessario, assoluto, ma
che egli tenta di ribaltare nel tentativo di cogliere le strutture fondamentali dell'essere.
In
questa prospettiva Jean Rollin introduce e focalizza
l’attenzione sul carattere dinamico
delle figure irreali ed oniriche, come vedremo più
avanti le sue vampire non hanno
nulla del classicismo imposto dalla Universal o dalla
Hammer
negli anni 60 e 70, irriducibile
condizione di possibilità di presenze
alla ricerca di identità che, sempre
parlando in campo cinematografico, costituiscono
il campo concettuale di una ricerca tesa ad assumere la configurazione stabile di ciò che è
possibile osservare.
È
importante sottolineare che non vi è nulla di arcano in questa concezione
di differenza tra classicismo ed
innovazione, quanto piuttosto una considerazione rigorosa della trattazione della differenza assoluta tra ricerca
spirituale ed estetica, scenografica, cioè la ricerca di una nuova forma d’arte, e il semplice racconto vampiresco, così come impostato dalle grandi case cinematografiche.
Tuttavia
Jean Rollin non risolve
completamente il cammino che conduce
al sapere assoluto, attraverso la rimozione della differenza. Per Jean Rollin la differenza, l’essere altro,
condizione dell’identità, è irriducibile.
Se
la relazione all’altro è condizione
dell’essere sé, questo non si
concretizza mai, è sempre rimandato ad altro, è, in quanto differisce da sé, e
non chiarisce mai in sé l’opportunità della relazione all’altro, sua condizione.
Questa
concezione di cinema trova un suo primo tentativo nel lungometraggio Le Viol de Vampire che,
alla sua uscita nelle sale
cinematografiche, nel 1968, in
piena rivoluzione studentesca,
provoca “reazioni violente di rigetto
nella maggior parte dei telespettatori, perché non si aspettavano un film
surrealista sperimentale, ma un film horror convenzionale con lo stesso spirito
di quelli della società inglese Hammer” (Wikipedia)
Ma,
per capire la filosofia di Jean Rollin
e del suo cinema, affrontiamo
senz'altro i suoi film, e
sovrapponiamo quelli che interessano il tema
del vampirismo e delle sue nude vampire: 1968 - Le Viol du vampire, 1969 - La Vampire nue, 1970 - Le Frisson des
vampires, 1971 - Requiem pour un vampire (Vierges et vampires), 1975 - Lèvres
de sang, 1979 – Fascination, 1982 - La Morte vivante, 1997 - Les Deux
Orphelines vampires, 2002 - La Fiancée de Dracula.
Almeno
nella loro forma, essi sembrano composti come parte di un’opera unica
e riferiti ad uno stesso soggetto: le
Vampire con le loro ossessioni. Tuttavia dall'uno all'altro film, il luogo, il
tempo, l'azione variano abbastanza da far si che la sovrapposizione ne confonda i disegni.
E d'altro canto questa operazione
pone in rilievo i punti di coincidenze:
l’erotismo e le metafore ossessive.
Partiamo
da Le Viol du Vampire (1969).
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